2018 Resoconto Settore Lavoro CPMA

2018 Resoconto Settore Lavoro CPMA

 

Il Raduno Di Santa Iona ha consentito di fare il punto sull’attività del Settore Lavoro che in questi
ultimi anni ha conosciuto un crescendo di impegni , riconoscimenti ed adesioni, che gratificano lo sforzo
compiuto dal Circolo per coniugare la salvaguardia morfologica e caratteriale della razza, con la
valorizzazione della sua funzione storica, preservandone e rafforzandone la memoria di razza.
Va premesso che tale attività ha trovato terreno assai più fertile nelle regioni di più recente ricolonizzazione
dei grandi predatori, considerando che molte aree come l’Italia Centrale e Meridionale la domanda di cani
da protezione si presentava già soddisfatta con modalità e da iniziative differenti.
Partiti anni fa piuttosto in sordina e dovendo scontare gli effetti di una diffusa propaganda negativa verso i
cani con pedigree, la nostra impostazione è stata quella in primo luogo di conoscere lo stato dell’arte,
bibliografia, best practices e tutti gli attori coinvolti a diverso titolo nel mondo del cane da guardiania, per
poi passare all’iniziativa con un approccio che ne facesse tesoro.
Dopo aver messo a punto delle linee guida d’allevamento (non ancora definitive e in gran parte mutuate
dalla letteratura corrente), incoraggiati dalla disponibilità della dott.sa Silvia Dalmasso, veterinaria etologa
che da diversi anni opera sui cani da guardiania, sono state avviate le prime collaborazioni operative con il
Parco Alpi Cozie, la Provincia Autonoma di Trento, la Regione Lombardia, attraverso il Progetto Pasturs e la
Regione Veneto.
Considerando il periodo tra il 2007 e i primi mesi del 2018 sono stati inseriti sulle Alpi 87 soggetti, di cui 70
dal 2016 (34 in Piemonte, 32 in Trentino, 9 in Lombardia, 11 in Veneto) con un altissimo livello di successo
per quanto riguarda l’efficacia e la conseguente soddisfazione tra gli allevatori di bestiame.
In Trentino tra i possessori dei nostri cani e su iniziativa di alcuni nostri nuovi soci è nata un’associazione
per la difesa del bestiame (ADGP) che scommette sulla biodiversità e su una convivenza possibile coi grandi
carnivori, il cui testimonial è l’allevatore Ivana Zanoni, che ha visto i suoi cani respingere con successo e
purtroppo qualche guaio per Velino (il capo branco) ben due attacchi di orso.
I rari casi di insuccesso sono da attribuire a problemi sanitari, in particolare almeno i 4 casi di grave displasia
delle anche, o legati ad aspetti comportamentali ( 2 casi di eccessiva reattività sull’uomo), che però
potrebbero anche risalire a fattori legati alla gestione dei cani. *vedi piantina
Al fine di non disperdere l’esperienza acquisita tutti i cani, con dati, caratteristiche e aziende ed ubicazione
sono oggi inseriti in un database e monitorati a distanza da esperti e rivisitati da rappresentati del CPMA
ogni estate.
Accanto a questa attività sul campo il CPMA è stato presente in importanti appuntamenti nazionali
riguardanti il ruolo del cane da guardiania nell’ambito della gestione dei conflitti con i grandi predatori:
Autunno del 2016 Poppi (AR) Gruppo di lavoro nazionale sui cani da guardiania (Piano nazionale Gestione
del Lupo)
16/18 Novembre 2017 Rives (F) Convegno Internazionale LGD
24/26 Novembre 2017 Cesena III Congresso ISPRA sulla fauna problematica (Poster)

9/10 Dicembre 2017 Pizzighettone (CR) Rassegna Pastorizia Arte e Natura
19/20 Marzo 2018 (Trento) Conferenza finale Progetto Life Wolf Life (dove Silvia Dalmasso ha svolto una
relazione sui 34 cani forniti da allevatori CPMA)
Per ultimo va segnalato che con la consegna gratuita dei primai cani ad alcune aziende dedite
all’allevamento ovino in Toscana ha preso il via anche il Progetto Sperimentale ENCI, che prevede
l’inserimento di una dozzina di soggetti ed il loro monitoraggio anche attraverso l’utilizzo di radiocollari, la
pubblicazione dei dati e specifici momenti di informazione e divulgazione delle potenzialità dissuasive dei
nostri cani in un territorio, dove il ritorno del lupo ha sollevato un forte conflitto sociale.